Il granchio blu del Po
Il mare dei poveri si attraversa a piedi. Il fiume Po boccheggia, ma non è un rigagnolo come spesso descritto: siamo ancora sopra i 200 metri cubi di portata al secondo. Il problema non è solo l’emergenza, ma una gestione predatoria e contenitiva del fiume che, a partire dagli anni Trenta ne ha sottratto spazi vitali – le lanche – riserve di acqua e biodiversità. In questo contesto, ogni crisi idrica o eccesso d’acqua estremizza le normali fasi di magra e piena. […] «L’acqua salata risale costantemente, è un problema per la fauna e per la flora. Con troppo sale diminuisce la produzione di vongole veraci e di cozze, perché manca il cibo. Con i cambiamenti climatici c’è meno fitoplantcton. I bacini idroelettrici a monte trattengono troppa acqua e il sale risale. Le barriere antisale, chiamate porte vinciane, a causa della diminuzione di cinque volte della portata del fiume non funzionano più». […] Si perde l’avifauna di acqua salmastra e proliferano specie aliene, come il granchio blu. Tpi.it riporta la situazione attuale lungo il grande fiume ma era il 19 dicembre 2020 quando il giornale del Po pubblicava questo articolo:
Il granchio blu, Callinectes sapidus, comunemente chiamato anche granchio reale, scatenando non poca confusione verbale con alte specie, è una forma autoctona delle coste americane che si affacciano sull’Atlantico, diffusa dall’estremo nord degli Stati Uniti all’Argentina. […] Come di consueto, si tratta di una specie spartana, estremamente resistente, eurialina e euriterma, onnivora e predatrice opportunista, in sintesi estremamente flessibile e quindi competitiva, che sta colonizzando le coste della penisola, con segnalazioni che si rincorrono lungo lo stivale, prevalentemente nel versante Adriatico. Difficile valutare l’impatto su grande scala di un crostaceo che si nutre di quanto è semplicemente accessibile, comportando alterazioni a tutti i livelli e risalendo anche le foci. Complice la grande velocità con cui compie il ciclo biologico, il rapido accrescimento, le dimensioni imponenti che raggiunge in età adulta (il carapace raggiunge la quindicina di centimetri di lunghezza e supera i venti in larghezza), la voracità, la notevole aggressività, la velocità del nuoto (grazie alle appendici posteriori appiattite), il granchio blu sembra affermarsi rapidamente, incidendo sugli gli equilibri delle biocenosi delle nostre acque. Una volta aperto il “Vaso di Pandora”, indietro non si torna e la nuova specie non si eradica. […] Intanto è interessante fare un passaggio fra i pescatori delle nostre sacche, che sanno fare buon viso a cattivo gioco e vedere cosa arriva ai mercati. Dall’Istituto Delta di Ecologia Applicata la notizia che solo nel 2018, un quantitativo di 2300 kg di C. sapidus era transitato per il Mercato Ittico di Goro (Turolla biologo Istituto Delta di Ferrara per Telestense Ferrara, 23 ago 2019). Qualcosa sta cambiando, forse anche sulle nostre tavole.
Come detto, questa specie aliena ha però anche un lato positivo, è molto buona, dolce, morbida, si scioglie in bocca, la carne del granchio blu è una prelibatezza da gustare nelle zuppe, ma anche in preparazioni che ne esaltano la delicatezza. L’apporto calorico della polpa di granchio blu è piuttosto ridotto e si attesta intorno alle 100 kcal per 100 grammi di prodotto. Si tratta di una carne povera di grassi, ideale per una dieta ipocalorica, ma ricca di proteine ad alto valore biologico. Attenzione al colesterolo. Contiene inoltre vitamine idrosolubili del gruppo B come tiamina, riboflavina e niacina.
Agriambiente Ferrara