20/02/2017

Carabinieri lungo i canali contro i bracconieri

By Agriambiente - Ferrara

COMACCHIO. Valle Pega si trova ad appena cinque chilometri di distanza da Comacchio ma, attraversando le stradine interne che costeggiano i corsi d’acqua, sembra di trovarsi chissà dove. Isolati. Qui anche 3G e linea telefonica perdono la loro stabilità. Qui o ci sei nato, o ti perdi; soprattutto se è buio. L’assenza di luce può intimorire o giocare a favore, dipende dalle intenzioni che si hanno. E per i pescatori di frodo la notte è senza dubbio una complice importante. Qui siamo in quello che può essere definito “l’El Dorado dei pescatori di frodo”, dove l’ecosistema è intatto e dove la fauna ittica è florida.

Un territorio “succulento” per i bracconieri d’acqua, che basano gran parte del loro sostentamento sulla cattura e sulla vendita di pesce pescato illegalmente. Valle Pega, ma in generale tutto il territorio vallivo che da Ostellato si estende fino al mare, è oggetto costante di controlli da parte delle forze dell’ordine che attraverso azioni congiunte cercano di arginare questo fenomeno che, soprattutto nell’ultimo periodo, ha registrato una crescita vertiginosa. Abbiamo seguito i carabinieri della stazione locale di Ostellato durante una regolare operazione di controllo per capire da vicino cosa significhi “monitorare il territorio”. I militari, insieme al neo costituito Comando unità per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare carabinieri, che ha integrato il Corpo forestale dello Stato all’interno dell’Arma, si muovono nel tardo pomeriggio, al calar del sole. I compiti sono diversi: alcuni effettueranno i controlli su strada, attraverso posti di blocco in punti strategici e isolati dove “non si può passare per caso”; altri perlustreranno i corsi d’acqua e gli argini dei canali.

Entrambe le unità di azione sono in stretto contatto radio. Ogni informazione, avviso e segnalazione che può risultare utile al raggiungimento dell’obiettivo, e cioè bloccare eventuali pescatori di frodo, viene condivisa. Sulla strada i carabinieri controllano le auto e, in particolare, quei mezzi che possono trasportare animali catturati illegalmente (furgoni, furgoncini, camioncini e macchine con rimorchio). Intanto, lungo i canali, l’unità per la tutela forestale ha parcheggiato il mezzo in un punto appartato e prosegue a piedi. Di notte ci si sposta anche in barca per non creare rumore e non allertare i pescatori di frodo. Spesso i bracconieri agiscono così: uno trasporta i “colleghi” sul posto, li scarica e se ne va.

A una certa ora torna, li ricarica e li porta via. Fino a poco tempo fa le auto restavano sul posto (o poco distanti) ma con l’intensificarsi dei controlli hanno capito che lasciare le auto parcheggiate dà troppo nell’occhio. Non solo, i bracconieri possono anche raggiungere le “proprie postazioni” in barca. Le modalità di pesca sono differenti, dalle reti più ampie rispetto alle misure consentite, a mezzi più cruenti come l’utilizzo di elettrostorditori, richiami acustici o trappole vietate.

Negli anni però i pescatori di frodo si sono “evoluti”, fattore che ne ha reso ancora più complicato il contrasto. Molti non solo sono dotati di regolare licenza, ma sono veri e propri professionisti del settore, utilizzano camion frigo per il trasporto mascherandosi dietro a una situazione apparentemente normale. Questo però non ha fatto altro che alzare il livello di guardia dei carabinieri. In alcune circostanze sono stati compiuti arresti di gruppi di persone sorprese con notevoli quantità di pesca e o selvaggina. Gli interventi in genere consentono di arrestare i soggetti coinvolti, sequestrare gli animali e quando possibile, di rimetterli in libertà. L’operazione che abbiamo seguito si conclude dopo diverse ore di controllo su strada e in valle.

La calma apparente della giornata però non deve trarre in inganno. Come spiegano carabinieri e forestale: la vastità delle aree protette in queste zone è ampia ed i bracconieri si possono nascondere facilmente al loro interno.

La Nuova Ferrara