28/07/2022

Calabrone asiatico – Cane procione

By Agriambiente - Ferrara

Entro il 31 agosto 2019 era obbligatorio denunciare da parte di privati il possesso di animali esotici inseriti nella lista ufficiale delle specie esotiche invasive di interesse Unionale di cui vige l’obbligo di denunciarne la detenzione.

In base al Reg. UE 1143/2014 – Reg. di esecuzione (UE) 2016/1141 – Reg. di esecuzione (UE) 2017/1263 (aggiornato al 26/04/2019) iniziamo a trattare gli animali inclusi, per renderli più facilmente identificabili.

Calabrone asiatico

Vespa velutina nigrithorax MHNT dos.jpg

Il calabrone asiatico (Vespa velutina Lepeletier, 1836), detto anche calabrone dalle zampe gialle, è un imenottero della famiglia Vespidae, originario del sud-est asiatico. Originario del sud-est asiatico, è ampiamente diffuso in questa zona (India, Indocina, Cina e Giava). Negli anni recenti, la prima registrazione risale al 2005, la sottospecie nigrithorax è stata accidentalmente introdotta nella zona meridionale della Francia. Da li si è diffusa in Spagna, Portogallo, Belgio e Italia. La sottospecie V.v. nigrithorax è lunga mediamente 30 mm ed è riconoscibile per il corpo scuro e la linea gialla che taglia il suo addome, al cui interno è presente un triangolino nero. Morfologicamente simile al comune calabrone europeo (Vespa crabro), se ne differenzia per le dimensioni minori, e soprattutto per il colore (l’europeo infatti presenta una colorazione più chiara e alcuni tratti rossi). Come i comuni vespidi diffusi in Europa è dotata di un pungiglione e presenta un comportamento discretamente aggressivo nei confronti dell’uomo. Secondo gli entomologi la sua pericolosità, per gli uomini e i mammiferi in genere, e anche l’aggressività va paragonata a quella delle altre vespe europee. Maggiore è invece la sua pericolosità per le api, suo alimento preferito, soprattutto per quanto riguarda le specie europee. Pur abilissimo predatore di api anche nel suo territorio di origine, è in Europa che questo imenottero riesce a minare seriamente l’esistenza delle comunità apiarie. Le specie apiarie del sud-est asiatico hanno adottato infatti dei comportamenti validi per combattere questo loro predatore e non ancora noti alle api europee.

Cane procione

Il nittereute (Nyctereutes procyonoides, dove “nycto-” dal greco “notte”, “ereutes” dal greco “che si aggira”, “procyon” = “procione”), detto anche cane procione o cane viverrino, è una volpe indigena dell’Asia orientale, in particolare le valli fluviali e i margini delle foreste nelle regioni dell’Amur e dell’Ussuri della Siberia orientale, il Giappone, la Manciuria, e l’Indocina. Il nittereute è principalmente un animale notturno e opportunista, occupando una nicchia ecologica simile a quello del tasso e della volpe rossa, cibandosi di qualsiasi fonte di cibo disponibile, sebbene possa diventare un cacciatore specializzato di anfibi nelle zone umide. Viene generalmente considerato un animale nocivo in Europa, poiché minaccia le popolazioni di uccelli terricoli e anfibi, e porta varie malattie pericolose come la rabbia. Da adulto misura 50-68 cm in lunghezza corporea, e pesa 4-6 kg in estate e 6-10 nell’inverno, prima del letargo. La specie fu prima avvistata in Italia nella seconda metà degli anni Ottanta nella Val di Non (Trentino), con un’ulteriore segnalazione nell’Oltrepò Pavese (Lombardia) durante la primavera del 1990. Fu successivamente segnalata nel 1994 in Val di Fiemme e otto anni più tardi nel comune di Don. Nel 2005, due esemplari furono abbattuti nella Riserva di Caccia di Socchieve in provincia di Udine. Gli avvistamenti, anche se sporadici, continuano anche successivamente, come per esempio nel 2016, in provincia di Bolzano e anche nel 2021. La specie è stata anche segnalata come portatrice di parassiti e malattie dannose per l’uomo e il bestiame.

Fonte: Wikipedia

In fine ricordiamo che la denuncia di possesso è obbligatoria ai sensi del decreto legislativo 15 dicembre 2017, n. 230, che adegua la normativa nazionale al regolamento (UE) n. 1143/2014 sulle specie esotiche invasive; queste, infatti, con l’entrata in vigore del decreto, non possono essere detenute, allevate, commercializzate, cedute, scambiate, o poste in condizione di riprodursi e nemmeno rilasciate in ambiente. I possessori di animali da compagnia appartenenti a specie esotiche invasive, non utilizzati a scopo commerciale, possono continuare a custodirli fino a fine vita a condizione di denunciarne il possesso al Ministero dell’Ambiente entro i termini stabiliti dal decreto e di adottare opportune misure per impedire la fuga degli animali e per impedirne la riproduzione. Per la denuncia basta compilare, con l’eventuale aiuto del proprio veterinario, il modulo (937.13 KB) e inviarlo al Ministero dell’Ambiente. L’attestazione dell’invio, tramite PEC, fax o raccomandata, autorizza automaticamente il proprietario a continuare a detenere il proprio animale da compagnia. La ricevuta della PEC, fax o raccomandata attesta l’avvenuta denuncia.

Da: Regione Emilia Romagna