22/06/2022

Muntjak – Nutria

By Agriambiente - Ferrara

Entro il 31 agosto 2019 era obbligatorio denunciare da parte di privati il possesso di animali esotici inseriti nella lista ufficiale delle specie esotiche invasive di interesse Unionale di cui vige l’obbligo di denunciarne la detenzione.

In base al Reg. UE 1143/2014 – Reg. di esecuzione (UE) 2016/1141 – Reg. di esecuzione (UE) 2017/1263 (aggiornato al 26/04/2019) iniziamo a trattare gli animali inclusi, per renderli più facilmente identificabili.

Munyjak della Cina

Formosan Reeve's muntjac.jpg

Il muntjak della Cina (Muntiacus reevesi Ogilby, 1839), noto anche come muntjak di Reeves, è una specie di muntjak molto diffusa in Cina orientale (dal Gansu allo Yunnan) e a Taiwan. Si nutre di erba, germogli, radici succulente e noci, ma anche di alberelli. Il muntjak della Cina misura 50 cm di altezza al garrese, 95 cm di lunghezza e pesa 10–18 kg; si caratterizza per la presenza di strisce scure sulla faccia. I maschi sono muniti di brevi palchi, lunghi al massimo 10 cm e impiegati nei combattimenti per far perdere l’equilibrio ai rivali, sì da poterli colpire con i canini di 5 cm. È un animale prevalentemente solitario, ma talvolta può essere visto in coppia o in piccoli gruppi familiari. I territori, che misurano circa 100 ettari di estensione, si sovrappongono considerevolmente e non variano per ampiezza a seconda del sesso. Le femmine divengono sessualmente mature entro il primo anno di vita.

La nutria

Nutria Ifroz.jpg

La nutria (Myocastor coypus Molina, 1782), detta anche: miopotamo, coipo, castoro di palude o castorino, è un mammifero roditore originario del Sud America, unica specie vivente del genere Myocastor e della famiglia Myocastoridae. Roditore di grandi dimensioni, con lunghezza della testa e del corpo tra 43 e 63,5 cm, la lunghezza della coda tra 25,5 e 42,5 cm, la lunghezza del piede tra 12 e 15 cm, la lunghezza delle orecchie tra 2,5 e 3 e un peso tra 5 e 10 kg, talvolta fino a 17 kg. I maschi sono solitamente più grandi delle femmine. Il corpo è tozzo e robusto. La pelliccia è composta da lunghi peli rigidi color marroncino o bruno-rossastro. Questi peli nascondono quasi completamente il sotto-pelliccia grigio scuro, soffice, denso e vellutato. Le parti ventrali sono giallo chiaro e meno ruvide delle parti dorsali. Il mento è ricoperto di peli biancastri. Durante l’inverno la pelliccia diventa più folta e densa. È una specie semi-acquatica, notturna e serale, anche se è spesso visibile di giorno, in particolare durante i periodi più freddi.

Vive in acquitrini, rive dei laghi e corsi d’acqua lenti. Sebbene preferisca acqua dolce e fresca, alcune popolazioni delle isole cilene vivono in acque salate o salmastre. Costruisce piattaforme di vegetazione dove si nutre e si cura la pelliccia. Utilizza tane di altri animali come rifugio, oppure scava sistemi di cunicoli che variano da semplici tunnel a complessi di camere e passaggi che si estendono per oltre 15 metri. Si nutre principalmente di parti vegetali, tra le quali preferisce le radici, i tuberi e i rizomi. Nelle regioni dove è stata introdotta si ciba di qualsiasi coltura disponibile. Ad elevate densità di popolazione riduce drasticamente la presenza di piante acquatiche, causando la formazione di acque aperte al posto di lagune ed acquitrini. Introdotto e poi allevato in Italia per scopi commerciali (pelliccia), gli esemplari fuggiti o rilasciati dall’uomo hanno portato a un notevole incremento della sua diffusione a livello selvatico. Specialmente negli ultimi anni si è espanso nella pianura padana, in Toscana, lungo la costa adriatica dal corso del fiume Brenta in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia fino all’Abruzzo e sul versante tirrenico settentrionale e centrale del Lazio. Presenze localizzate si hanno anche nell’Italia meridionale, nell’alta Campania, in Sicilia (per esempio nella riserva naturale del fiume Irminio) e Sardegna. È inserita nell’elenco delle 100 specie invasive più dannose al mondo.

Fonte: Wikipedia

In fine ricordiamo che la denuncia di possesso è obbligatoria ai sensi del decreto legislativo 15 dicembre 2017, n. 230, che adegua la normativa nazionale al regolamento (UE) n. 1143/2014 sulle specie esotiche invasive; queste, infatti, con l’entrata in vigore del decreto, non possono essere detenute, allevate, commercializzate, cedute, scambiate, o poste in condizione di riprodursi e nemmeno rilasciate in ambiente. I possessori di animali da compagnia appartenenti a specie esotiche invasive, non utilizzati a scopo commerciale, possono continuare a custodirli fino a fine vita a condizione di denunciarne il possesso al Ministero dell’Ambiente entro i termini stabiliti dal decreto e di adottare opportune misure per impedire la fuga degli animali e per impedirne la riproduzione. Per la denuncia basta compilare, con l’eventuale aiuto del proprio veterinario, il modulo (937.13 KB) e inviarlo al Ministero dell’Ambiente. L’attestazione dell’invio, tramite PEC, fax o raccomandata, autorizza automaticamente il proprietario a continuare a detenere il proprio animale da compagnia. La ricevuta della PEC, fax o raccomandata attesta l’avvenuta denuncia.

Da: Regione Emilia Romagna